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OMELIA del 29 ottobre 2016
Ci si può assiepare attorno a Gesù senza che succeda nulla, perché lo stare con Gesù non comporta solo uno stare con Lui, ma un "toccarlo".

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File Size: | 9226 kb |
File Type: | mp3 |
MEDITAZIONI
(ogni sezione, col relativo file audio, ha un testo di sintesi dei vari temi trattati, con l'indicazione dei minuti di inizio)
29 ottobre 2016 - mattina (prima parte)
- La percezione del tempo. Le due parabole di Luca 18 comprese a partire da Luca 17,20: "Quando verrà il Regno?". Il Regno di Dio non riguarda lo spazio e non è osservabile, si può solo percepire.
- 7'. Se non si prega sempre - dice Gesù - il Regno non può essere percepito e poi a forza di non vederlo il cuore si sfianca e lascia perdere. Inoltre il contesto è di oppressione perché "il tempo è cattivo". Non è scontato che Dio sia buono e per poterlo riconoscere bisogna pregare tanto, cioè aprirsi all'annuncio di Gesù: Gesù è l'unico che può testimoniare che Dio sia buono; è Lui la porta stretta.
- 20'. Atti 1,6: a) il tempo lasciato è quello della testimonianza; b) questa è possibile perché si riceve forza dall'alto, la forza dello Spirito Santo: la dynamis. In greco indica un movimento di direzione che focalizza lo sguardo verso Gesù nella sua umanità (significato di "universale"). La preghiera non fa che fomentare questo movimento.
- 27'. Gesù non si distanzia da coloro che lo mettono a morte. Si tratta anche per noi di acconsentire al movimento dello Spirito che genera l'intelligenza delle cose abbinata ad una vitalità e che non richiede alcuna condizione previa (qualsiasi sia la circostanza della vita!).
- 40'. Non si tratta di cogliere l'intervento di Dio a livello mondano, si tratta di aprire il livello mondano al dono di Dio. Per l'ebreo la redenzione deve essere manifestazione concreta e visibile del Regno di Dio che si impone sul male; per il cristiano no: non è imposizione, ma apertura al Regno.
- 44'. Tempo compiuto (Mc 1,14-15); tempo breve (1Cor 7,29-31); questo tempo (Lc12,54-59). "Questo tempo", nelle varie espressioni di Gesù e degli apostoli, in greco il verbo è sempre quello che significa "riscattare il tempo". La memoria non è riepilogativa, ma essenzialmente creativa perché si collega ai desideri più profondi, alle energie e prospettive cui aneliamo e continuamente sposta i ricordi in funzione di questa unificazione. La fede si collega al: "ricorda!".
- 54'. "Ricorda" secondo la ghematria.
- 7'. Se non si prega sempre - dice Gesù - il Regno non può essere percepito e poi a forza di non vederlo il cuore si sfianca e lascia perdere. Inoltre il contesto è di oppressione perché "il tempo è cattivo". Non è scontato che Dio sia buono e per poterlo riconoscere bisogna pregare tanto, cioè aprirsi all'annuncio di Gesù: Gesù è l'unico che può testimoniare che Dio sia buono; è Lui la porta stretta.
- 20'. Atti 1,6: a) il tempo lasciato è quello della testimonianza; b) questa è possibile perché si riceve forza dall'alto, la forza dello Spirito Santo: la dynamis. In greco indica un movimento di direzione che focalizza lo sguardo verso Gesù nella sua umanità (significato di "universale"). La preghiera non fa che fomentare questo movimento.
- 27'. Gesù non si distanzia da coloro che lo mettono a morte. Si tratta anche per noi di acconsentire al movimento dello Spirito che genera l'intelligenza delle cose abbinata ad una vitalità e che non richiede alcuna condizione previa (qualsiasi sia la circostanza della vita!).
- 40'. Non si tratta di cogliere l'intervento di Dio a livello mondano, si tratta di aprire il livello mondano al dono di Dio. Per l'ebreo la redenzione deve essere manifestazione concreta e visibile del Regno di Dio che si impone sul male; per il cristiano no: non è imposizione, ma apertura al Regno.
- 44'. Tempo compiuto (Mc 1,14-15); tempo breve (1Cor 7,29-31); questo tempo (Lc12,54-59). "Questo tempo", nelle varie espressioni di Gesù e degli apostoli, in greco il verbo è sempre quello che significa "riscattare il tempo". La memoria non è riepilogativa, ma essenzialmente creativa perché si collega ai desideri più profondi, alle energie e prospettive cui aneliamo e continuamente sposta i ricordi in funzione di questa unificazione. La fede si collega al: "ricorda!".
- 54'. "Ricorda" secondo la ghematria.

1-2016-10-29-capiago-mattina1.mp3 | |
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File Type: | mp3 |
29 ottobre 2016 - mattina (seconda parte)
- "Il tempo è compiuto", noi lo abbiniamo alle promesse dell'Antico Testamento, ma deve diventare compimento anche nostro. Gesù è il compimento. La singolarità di Gesù: ci fossimo trovati al suo tempo, avremmo aderito o no? La porta stretta non è la dimensione etica, ma quella della conoscenza del mistero di Dio per l'uomo.
- 16'. Dove sta l'importanza del nostro agire? Gli unici rimproveri che Gesù fa sono alle persone "pie" per dire che se perseguono un'immagine di Dio sbagliata, il frutto non lo troveranno, non saranno compiuti. Scopo dell'agire bene è che io possa aprirmi alla comunione con Lui, che è Padre di tutti.
- 30'. La solidarietà di Gesù con il Padre e con noi. Testimonianza dal laogai cinese che risponde alla novità che porta Gesù. Il tempo breve è quello che caratterizza la nostra vita, se è vissuto nel tempo compiuto, allora vuol dire che non esiste alcun tempo della nostra vita che non sia, o che lo possa essere, raggiunto dalla promessa di Dio. Dio spesso spedisce all'inferno, ma non fa marcire là.
- 42'. Cosa significa convertirsi: fidarsi del dono di Dio che Gesù è per noi. Alla conversione segue il credere. E' strano come a livello di psicologia generale la sequela di Gesù non comporti una pienezza di vita, ma sia vissuta come una restringimento della nostra persona per fare posto a Lui.
- 1h01'. Il giudizio cattivo nelle parole del Baal-shem-tov.
- 16'. Dove sta l'importanza del nostro agire? Gli unici rimproveri che Gesù fa sono alle persone "pie" per dire che se perseguono un'immagine di Dio sbagliata, il frutto non lo troveranno, non saranno compiuti. Scopo dell'agire bene è che io possa aprirmi alla comunione con Lui, che è Padre di tutti.
- 30'. La solidarietà di Gesù con il Padre e con noi. Testimonianza dal laogai cinese che risponde alla novità che porta Gesù. Il tempo breve è quello che caratterizza la nostra vita, se è vissuto nel tempo compiuto, allora vuol dire che non esiste alcun tempo della nostra vita che non sia, o che lo possa essere, raggiunto dalla promessa di Dio. Dio spesso spedisce all'inferno, ma non fa marcire là.
- 42'. Cosa significa convertirsi: fidarsi del dono di Dio che Gesù è per noi. Alla conversione segue il credere. E' strano come a livello di psicologia generale la sequela di Gesù non comporti una pienezza di vita, ma sia vissuta come una restringimento della nostra persona per fare posto a Lui.
- 1h01'. Il giudizio cattivo nelle parole del Baal-shem-tov.

2-2016-10-29-capiago-mattina2.mp3 | |
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29 ottobre 2016 - pomeriggio (prima parte)
- Il nostro tempo si apre al tempo compiuto in un tempo che è di prova: san Paolo lo esprime come "riscattare il tempo". Il riscatto non gioca il tempo sulla cronaca, ma sulla storia (che attiene a una relazione). Analisi di Ef 5,15-21.
- 22'. Rendere grazie manca quasi completamente alla psicologia di oggi. Ci sembra sempre di dover far valere un nostro diritto. A questa deficienza si abbina sempre un principio di asprezza, di mancanza di umiltà. Gratitudine e umiltà si accompagnano sempre all'esperienza di un amore. Amore-umiltà-gratitudine stanno insieme: se se ne tocca una si arriva anche alle altre due.
- 34'. 1Pt 4,12-16. Sottolinea che: a) la prova non è una cosa strana; b) lo spirito che il Signore ci dona è lo Spirito della gloria in qualsiasi circostanza, qualsiasi cosa ci accada!
- 39'. La fede si gioca proprio nel tener fermo il disegno di Dio nella precarietà delle cose. Esempio di san Giuseppe in cui il tempo della cronaca è troppo distante dal disegno per riconoscerlo. L'obbedienza di Giuseppe esprime la fede, ma anche la libertà. Più si è implicati in una cosa grande, più questo contrasto è forte e più è necessaria questa libertà. Così il vero martire non è mai roso dalla rabbia.
- 45'. "Dare ragione della speranza". Non avviene mai in nome di un diritto. Il diritto non è la corda più segreta del cuore dell'uomo.
- 22'. Rendere grazie manca quasi completamente alla psicologia di oggi. Ci sembra sempre di dover far valere un nostro diritto. A questa deficienza si abbina sempre un principio di asprezza, di mancanza di umiltà. Gratitudine e umiltà si accompagnano sempre all'esperienza di un amore. Amore-umiltà-gratitudine stanno insieme: se se ne tocca una si arriva anche alle altre due.
- 34'. 1Pt 4,12-16. Sottolinea che: a) la prova non è una cosa strana; b) lo spirito che il Signore ci dona è lo Spirito della gloria in qualsiasi circostanza, qualsiasi cosa ci accada!
- 39'. La fede si gioca proprio nel tener fermo il disegno di Dio nella precarietà delle cose. Esempio di san Giuseppe in cui il tempo della cronaca è troppo distante dal disegno per riconoscerlo. L'obbedienza di Giuseppe esprime la fede, ma anche la libertà. Più si è implicati in una cosa grande, più questo contrasto è forte e più è necessaria questa libertà. Così il vero martire non è mai roso dalla rabbia.
- 45'. "Dare ragione della speranza". Non avviene mai in nome di un diritto. Il diritto non è la corda più segreta del cuore dell'uomo.

3-2016-10-29-capiago-pomeriggio1.mp3 | |
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29 ottobre 2016 - pomeriggio (seconda parte)
- Domanda: "Come si fa a non provare rabbia?". La rabbia si inserisce quando il cuore non è unitario in un punto (cioè la cosa essenziale) e fa valere il diritto. Si può vincere il male aumentando lo zelo del bene, non nel senso di "io faccio un atto di virtù", ma imparando ad unificare il cuore su un evento positivo in cui noi ritroviamo la nostra stessa natura e di cui abbiamo nostalgia.
- 14'. A livello dell'origine del male, il male è esterno e il bene è interno (il male è parassita del bene).
- 17'30". "Ama il prossimo tuo come te stesso". E' il principio della solidarietà in umanità (senza preferire se stessi agli altri). Nel Cristianesimo la pienezza della divinità è nell'uomo concreto che è Gesù, allora toccare l'umanità è toccare Dio (l'umanità diventa luogo della rivelazione di Dio). Nessuna religione all'infuori del Cristianesimo concepisce la via della conoscenza più profonda di Dio come amore del prossimo, e lo può fare proprio perché Dio si è incarnato.
- 29'. Il cuore dell'annuncio cristiano. La grandezza del Cristianesimo nell'umiltà dei cristiani.
- 14'. A livello dell'origine del male, il male è esterno e il bene è interno (il male è parassita del bene).
- 17'30". "Ama il prossimo tuo come te stesso". E' il principio della solidarietà in umanità (senza preferire se stessi agli altri). Nel Cristianesimo la pienezza della divinità è nell'uomo concreto che è Gesù, allora toccare l'umanità è toccare Dio (l'umanità diventa luogo della rivelazione di Dio). Nessuna religione all'infuori del Cristianesimo concepisce la via della conoscenza più profonda di Dio come amore del prossimo, e lo può fare proprio perché Dio si è incarnato.
- 29'. Il cuore dell'annuncio cristiano. La grandezza del Cristianesimo nell'umiltà dei cristiani.

4-2016-10-29-capiago-pomeriggio2.mp3 | |
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30 ottobre 2016 - mattina
- Evangelii gaudium, dal n. 222 in poi: il tempo è superiore allo spazio; si tratta di generare nuovi dinamismi.
- 2'. La parabola del fariseo e pubblicano al tempio (il significato del termine "giustificato"): a) la preghiera del fariseo non esalta la figura del Padre; b) non torna solidale con i suoi fratelli.
- 16'. Sir 35. "Dio non fa preferenza di persona": è arrivato il tempo del sacrificio; offrire una vittima ingiusta secondo tre modi. Paragonare la preghiera del fariseo con quella di Gesù (piccolo è chi non presume alcuna conoscenza di Dio): a) Gesù mette al centro Dio e non l'uomo; il contrario il fariseo; b) Gesù allude a una intimità che si esprime in lode, quella del fariseo allude ad una esteriorità esibita verso il Signore; c) l'esito della preghiera del fariseo non è celebrativo di Dio come Padre di tutti, in quella di Gesù è il primo elemento. Non c'è bisogno di tirare Dio dalla nostra parte; è già dalla nostra parte!
- 30'. Se non possiamo esibire nulla davanti a Dio, perché quando facciamo il male lo percepiamo con un disprezzo verso noi stessi? Inoltre perché condanniamo un fratello che fa il male (che pure è oggettivamente male)? Più presumiamo di essere giusti più è piccola l'immagine di Dio che abbiamo.
- 36'. Dire: "siamo tutti responsabili" significa "nessuno è responsabile". Il santo è responsabile del peso del male insieme al fratello che lo fa.
- 44'. Gal 4,28: è l'uomo che ha accolto Gesù.
- 46'. Luca 17,11-19: Dio non lesina i suoi doni, ma noi li interpretiamo come atti dovuti. Rendere gloria a Dio, nel linguaggio semita, significa: dire la verità, che in questo caso è principio di alleanza che lega per tutta la vita, cioè "non posso più vivere se non nell'alleanza con te" (la fede!).
- 2'. La parabola del fariseo e pubblicano al tempio (il significato del termine "giustificato"): a) la preghiera del fariseo non esalta la figura del Padre; b) non torna solidale con i suoi fratelli.
- 16'. Sir 35. "Dio non fa preferenza di persona": è arrivato il tempo del sacrificio; offrire una vittima ingiusta secondo tre modi. Paragonare la preghiera del fariseo con quella di Gesù (piccolo è chi non presume alcuna conoscenza di Dio): a) Gesù mette al centro Dio e non l'uomo; il contrario il fariseo; b) Gesù allude a una intimità che si esprime in lode, quella del fariseo allude ad una esteriorità esibita verso il Signore; c) l'esito della preghiera del fariseo non è celebrativo di Dio come Padre di tutti, in quella di Gesù è il primo elemento. Non c'è bisogno di tirare Dio dalla nostra parte; è già dalla nostra parte!
- 30'. Se non possiamo esibire nulla davanti a Dio, perché quando facciamo il male lo percepiamo con un disprezzo verso noi stessi? Inoltre perché condanniamo un fratello che fa il male (che pure è oggettivamente male)? Più presumiamo di essere giusti più è piccola l'immagine di Dio che abbiamo.
- 36'. Dire: "siamo tutti responsabili" significa "nessuno è responsabile". Il santo è responsabile del peso del male insieme al fratello che lo fa.
- 44'. Gal 4,28: è l'uomo che ha accolto Gesù.
- 46'. Luca 17,11-19: Dio non lesina i suoi doni, ma noi li interpretiamo come atti dovuti. Rendere gloria a Dio, nel linguaggio semita, significa: dire la verità, che in questo caso è principio di alleanza che lega per tutta la vita, cioè "non posso più vivere se non nell'alleanza con te" (la fede!).

6-2016-10-30-capiago-mattina.mp3 | |
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File Type: | mp3 |
30 ottobre 2016 - pomeriggio
- Domande: Si può considerare Dio come amico? Dio non deve niente all'uomo? - Risposta: racconto sulla preghiera dello Yom Kippur.
- 6'. Racconto su un rabbino. Partire dalla psicologia per arrivare a Dio rende impossibile comprendere che Egli sia buono. Il percorso è a partire dalla rivelazione che salvaguarda la psicologia. Questa dinamica custodisce dal soccombere alle ferite della vita che sono solo la concretezza della nostra cronaca e non la nostra storia.
- 22'. Domanda: come possiamo lodare il Padre svelando la Sua presenza nel mondo? Risposta: come collaboratori della Sua opera di riconciliazione (dunque non c'è ragione di stare sullo sgabello!).
- 28'. Domanda: qual è il criterio che definisce la vera devozione del cuore? Risposta: 1Tess 5,18: in ogni cosa rendete grazie. Il diventare grati (che è abbinato al riconoscimento della verità).
- 34'. Racconto dei padri del deserto: la capacità di rendere grazie attraverso ogni altro obbligo.
- 6'. Racconto su un rabbino. Partire dalla psicologia per arrivare a Dio rende impossibile comprendere che Egli sia buono. Il percorso è a partire dalla rivelazione che salvaguarda la psicologia. Questa dinamica custodisce dal soccombere alle ferite della vita che sono solo la concretezza della nostra cronaca e non la nostra storia.
- 22'. Domanda: come possiamo lodare il Padre svelando la Sua presenza nel mondo? Risposta: come collaboratori della Sua opera di riconciliazione (dunque non c'è ragione di stare sullo sgabello!).
- 28'. Domanda: qual è il criterio che definisce la vera devozione del cuore? Risposta: 1Tess 5,18: in ogni cosa rendete grazie. Il diventare grati (che è abbinato al riconoscimento della verità).
- 34'. Racconto dei padri del deserto: la capacità di rendere grazie attraverso ogni altro obbligo.

7-2016-10-30-capiago-pomeriggio.mp3 | |
File Size: | 19680 kb |
File Type: | mp3 |
31 ottobre 2016 - mattina (prima parte)
- La preghiera di Gesù all'orto del Getsemani. Il termine Abbà compare solo qui, in quello che è il momento di maggior angoscia e l'unico in cui Gesù pare lamentarsi (osservazione di Blaise Pascal).
- 6'. Ultima cena come cura suprema di Gesù per i suoi apostoli. L'ultima cena di Leonardo da Vinci in rapporto alla crocifissione prevista sulla parete opposta.
- 15'. Il versetto che più ha suscitato discussioni teologiche e fatto pensare è: "passi da me questo calice". In rapporto alla sofferenza tutta l'antichità ha sempre dubitato dell'umanità di Gesù; il mondo moderno (dopo il Medioevo) il contrario: dubita della divinità di Gesù. Dio interviene con l'uomo consentendogli di essere uomo fino in fondo. Tristezza, angoscia e disperazione non sono aspetti di debolezza che devono essere superati nel percorso di vita con Dio: in Gesù e nei grandi esempi della Scrittura non è così. Il dramma della vita si vive con Dio.
- 24'. Luca 22,37: "fu annoverato tra gli empi" (Deut 21,23). La croce cosa aggiunge alla morte?
- 37'. Ha sofferta solo il Figlio o anche il Padre? (Di per sé la sofferenza non esprimerebbe perfezione perché implica mutabilità).
- 41'. Il dramma della sofferenza di Gesù sulla croce per un cristiano e per un musulmano.
- 47'. Gv 14,30. Gesù dice: "viene il principe del mondo"; ciò è ripreso al Getsemani. "In me non ha nulla" perché non trova in lui nulla che gli appartenga: non paga dazio al diavolo, mentre noi lo paghiamo in mille modi. Quello che tratteniamo del diavolo è in ragione di quello che difendiamo.
- 6'. Ultima cena come cura suprema di Gesù per i suoi apostoli. L'ultima cena di Leonardo da Vinci in rapporto alla crocifissione prevista sulla parete opposta.
- 15'. Il versetto che più ha suscitato discussioni teologiche e fatto pensare è: "passi da me questo calice". In rapporto alla sofferenza tutta l'antichità ha sempre dubitato dell'umanità di Gesù; il mondo moderno (dopo il Medioevo) il contrario: dubita della divinità di Gesù. Dio interviene con l'uomo consentendogli di essere uomo fino in fondo. Tristezza, angoscia e disperazione non sono aspetti di debolezza che devono essere superati nel percorso di vita con Dio: in Gesù e nei grandi esempi della Scrittura non è così. Il dramma della vita si vive con Dio.
- 24'. Luca 22,37: "fu annoverato tra gli empi" (Deut 21,23). La croce cosa aggiunge alla morte?
- 37'. Ha sofferta solo il Figlio o anche il Padre? (Di per sé la sofferenza non esprimerebbe perfezione perché implica mutabilità).
- 41'. Il dramma della sofferenza di Gesù sulla croce per un cristiano e per un musulmano.
- 47'. Gv 14,30. Gesù dice: "viene il principe del mondo"; ciò è ripreso al Getsemani. "In me non ha nulla" perché non trova in lui nulla che gli appartenga: non paga dazio al diavolo, mentre noi lo paghiamo in mille modi. Quello che tratteniamo del diavolo è in ragione di quello che difendiamo.

8-2016-10-31-capiago-mattina1.mp3 | |
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31 ottobre 2016 - mattina (seconda parte)
- Miniatura di una Bibbia del 1250-1270 (biblioteca comunale di Trento). Lettera "I" che rappresenta i sei giorni della creazione; riposo del settimo giorno in rapporto alle due formelle della crocifissione e del peccato originale.
- 7'30". Tecnica giapponese del kintsugi: incollatura dei vasi rotti con filo d'oro. La riparazione rende il vaso originale molto più bello; ed è il mistero della redenzione.
- 13'. Marco 14,36 (Abbà) e Matteo 26,39 (Padre mio): cosa intende Gesù per volontà di Dio e obbedienza. L'innalzamento della croce allude alla concretezza di accettare l'abbassamento e accettando l'abbassamento si accetta di far parte del progetto di salvezza di Dio che è la vera esaltazione dell'uomo! Tutte le volte che ci esaltiamo su qualcuno noi non siamo più capaci di muoverci nell'amore: il collegamento è automatico. Tutto è retto dalla provvidenza di Dio significa che non capita nulla che possa buttarti fuori dal progetto di salvezza di Dio.
- 31'. Trent'anni per perdonare, perché il perdono accede a dimensioni dove noi non abbiamo potere, anche se ci appartengono.
- 34'. Ma io cosa difendo, cosa voglio custodire? Domandandoci questo possiamo capire il livello di profondità del nostro cuore.
- 44'. Autori consigliati: F. Hadjadj e C.S. Lewis (Le lettere di Berlicche).
- 7'30". Tecnica giapponese del kintsugi: incollatura dei vasi rotti con filo d'oro. La riparazione rende il vaso originale molto più bello; ed è il mistero della redenzione.
- 13'. Marco 14,36 (Abbà) e Matteo 26,39 (Padre mio): cosa intende Gesù per volontà di Dio e obbedienza. L'innalzamento della croce allude alla concretezza di accettare l'abbassamento e accettando l'abbassamento si accetta di far parte del progetto di salvezza di Dio che è la vera esaltazione dell'uomo! Tutte le volte che ci esaltiamo su qualcuno noi non siamo più capaci di muoverci nell'amore: il collegamento è automatico. Tutto è retto dalla provvidenza di Dio significa che non capita nulla che possa buttarti fuori dal progetto di salvezza di Dio.
- 31'. Trent'anni per perdonare, perché il perdono accede a dimensioni dove noi non abbiamo potere, anche se ci appartengono.
- 34'. Ma io cosa difendo, cosa voglio custodire? Domandandoci questo possiamo capire il livello di profondità del nostro cuore.
- 44'. Autori consigliati: F. Hadjadj e C.S. Lewis (Le lettere di Berlicche).

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